Il bilancio regionale deve fare i conti con un modello di sanità regionale ormai insostenibile nella forma e nella sostanza
Su 1,8 miliardi ci sono 122 milioni non utilizzati e neppure programmati, sono quelle entrate vincolate non spese o messe in fondi spese future, nonostante la grave situazione in cui versano i professionisti della sanità emiliano – romagnola
Dalla relazione dei revisori dei conti ci sono debiti stratificati che si sono sommati nel 2023 a quelli di dodici anni fa.
Si parla di oltre 100 milioni di euro che non sono state spese per le passate alluvioni, per il sostegno all’accesso alle abitazioni in affitto, ma anche per la disabilità, per le politiche familiari e per il trasporto pubblico.
In sistesi, la Regione Emilia-Romagna sta ancora pagando e molto dovrà ancora pagare per l’insostenibilità del suo modello. Che sembra concretamente fallimentare, con conti alla mano
Un situazione grave che non di potrà sanare con le risorse europee 2021-2027, perché quei fondi europei hanno dei un vincolo di destinazione.
La RER invece sosteneva (erroneamente) che grazie all’utilizzo ‘intensivo’ dei fondi europei nelle prossime annualità sarebbe stato possibile garantire gli stessi servizi sebbene le risorse proprie della regione sarebbero state minori.
Come CONFSAL – FIALS ER ci preme ricordare che i FSC del settennato 2021-2027 non possono servire per coprire le quote di cofinanziamento proprie della regione.
Queste sono le motivazioni che ci porteranno come FIALS CONFSAL ER ad iniziative intensive di Protesta per garantire i servizi pubblici ai cittadini dell’Emilia Romagna
Redazione Sanità Oggi